Senza titolo

Testo di Chiara Casarin

Questa volta nessun rumore improvviso, solo una lieve ma costante presenza sonora dovuta al meccanismo in movimento. La rotazione del foglio di alluminio decide tempo e direzione della luce creando un abbaglio di luce riflessa. Nelle opere di Roberto de Pol c'è sempre qualcosa che ad un certo punto si attiva, improvvisamente si muove, d'un tratto fa rumore. Qui invece il volteggio dei riflessi è costante: dipende solo da chi guarda e dalla sua posizione cogliere il momento in cui il raggio di luce gli impone di socchiudere almeno per un istante gli occhi.
Posizionare l'opera sul giro delle scale in Galleria di Piazza San Marco diventa così un modo, lasciato puramente al caso dell'istante, per attrarre l'attenzione e respingere lo sguardo di chi sale. L'opera si compone di materiali semplici, d'uso comune, che vengono decontestualizzati dal loro impiego e assemblati rudemente per dare forma ad un oggetto che al primo sguardo richiama, subito dopo acceca, che ricorda la poesia delle meridiane ma con un trapano nascosto dentro. Un biscotto al pepe rosa, insomma.